Posta a 636 m . s.l.m., Teggiano si trova nel versante sud occidentale della Campania, in provincia di Salerno, a dominare l’ampia vallata a cui dà il nome.
E’ una delle più antiche cittadine della provincia di Salerno; sorge su un colle al centro del Vallo di Diano a 637 metri sul livello del mare. E’ considerato il centro storico più importante del Parco Nazionale del Cilento e Vallo di Diano.
Le sue origini si perdono nel tempo. Secondo alcuni storici il primo insediamento umano sul colle di Teggiano si deve ai colonizzatori greci, probabilmente gli Entri.
In Grecia vi era una città, Tegea dala quale è possibile che si siano mossi i primi colonizzatori che diedero vita all’odierna Teggiano.
Tali nomi furono modificati in seguito alla colonizzazione lucana e romana in Tegianum e Dianum fino ad arrivare al definitivo Teggiano del 1862.
Più valida appare la tesi indicante l’origine lucana di Teggiano la quale sostiene che la cittadina fu fondata verso la fine del VI sec. a.C.
Di certo si sa che fu una fiorentissima colonia romana detta Tegianum come testimoniano molte iscrizioni classiche raccolte e molti avanzi architettonici ancora visibili nella cittadina.
A testimonianza di questi periodi restano gli innumerevoli reperti storici costituiti in frammenti classici sia di architettura religiosa che di uso civile attualmente disseminati un pò ovunque lungo le vie del centro storico.
Lo stesso tessuto urbanistico rispecchia in pieno i principi fondamentali dello schema dettato dalla classicità. Ai canoni costruttivi ispirati alla romanità (il suggestivo percorso delle strette e caratteristiche stradine del paese) è facile contrapporre l’aspetto medievaleggiante ancora integro che impreziosisce Teggiano.
Ha assunto attraverso i secoli diverse denominazioni: Tegea quando faceva parte delle 12 città confederate lucane, Tegianum in epoca romana. Più tardi, forse dal IV sec. in poi si chiamò Dianum, non in omaggio alla Dea Cacciatrice come alcuni affermano, ma per la correzione fonetica dialettale. Fu cara a Nerone che la accomunò alle più importanti colonie romane del suo tempo. Col passaggio dal latino al volgare, Dianum divenne Diano , nome che poi nel Medioevo fu esteso a tutto il Vallo. Nel 1862 il paese volle riprendere l’antico nome di Teggiano.
In epoca normanna, la famiglia Sanseverino, conti di Marsico e poi principi di Salerno, acquisì il feudo di Diano di cui facevano parte i casali di Sassano, Monte S. G., S. Rufo, S. Pietro e S. Arsenio.
Per oltre tre secoli (1239-1556) la vita feudale di Teggiano si svolse all’ombra dei Sanseverino. A partire dal XIV sec. Teggiano conobbe uno sviluppo architettonico – religioso ma anche civile e militare, testimoniato dall’imponente castello, reso inespugnabile, che fu poi teatro della politica antispagnola dei Sanseverino.
Nel 1485 vi fu ordita la famosa Congiura dei Baroni contro Ferdinando I d’Aragona; nel 1497 un altro re di Napoli, Federico d’Aragona, dopo mesi di assedio a Teggiano e al suo maniero, trovandola inespugnabile dovette scendere a patti con il ribelle Principe di Salerno, Antonello Sanseverino, strenuamente difeso dai teggianesi.
A quell’epoca oltre al castello era protetta tutta la città, poiché Diano era cinta da alte mura con 25 torri di guardia e tre porte di accesso, costituendo u sistema difensivo difficilmente superabile. In seguito ad una nuova ribellione, guidata questa volta da Ferrante, ultimo Principe di Salerno, i Sanseverino, nel 1552 furono allontanati dal regno. Teggiano fu così feudo di altre nobili famiglie tra le quali i Gomez da Silva, i Grimaldi, i Caracciolo, i Villani, i Colonna, i Calà e gli Schipani.
Al potere e allo splendore dei Sanseverino in campo civile e militare si affiancava la gloria di Diano in campo religioso, reso noto dalle innumerevoli chiese e conventi presenti e dall’antichissimo Seminario.
Nel 1564 Mons. Paolo Varallo, dopo il Concilio di Trento istituì a Diano uno fra i primi Seminari d’Italia, ultimato poi nel 1601. Con la bolla Papale “Admonet nos” del 17 luglio 1586 Sua Santità Sisto V diede la facoltà di stabilire la residenza a Diano (Teggiano) nell’attuale sede a S.E. Mons. Lelio Morello, conferendo a Diano la prerogativa a sede vescovile ed elevava contemporaneamente S. Maria Maggiore all’onore di Cattedrale. L’azione della Controriforma e la presenza di alte cariche determinarono nei secoli successivi un radicale rifacimento delle chiese romaniche gotiche in stile barocco. Nel 1800 molti borghesi dianesi ebbero un ruolo determinante nei moti risorgimentali.
Oggi Teggiano è città d’arte, nonché patrimonio dell’UNESCO ed uno dei centri più suggestivi e “ricchi” dal punto di vista storico e culturale.
tratto da: www.teggianoturismo.it
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